Nei cerci giusti

Da Anish Kapoor a Adolph Gottlieb molti artisti contemporanei utilizzano le forme geometriche fondamentali nella realizzazione di opere armoniose ed equilibrate. Forme semplici come quadrati, rettangoli e triangoli, ma anche più complesse come  parallelogrammi e quadrilateri, pervadono gran parte dell’arte moderna. Ma il cerchio si trova dappertutto. Piccoli o grandi, i cerchi dominano le composizioni in molti modi. La loro diffusa presenza e importanza ne fanno una parte rilevante dell’immaginario di Dario Zucchi.

La testa dell’uomo, con o senza capelli, ha forma rotonda. Accostata a cerchi più grandi o più piccoli, la testa diventa spesso parte integrante delle composizioni geometriche nelle sue fotografie. In certi casi, il dietro di una testa si staglia contro una scultura di forma sferica, come accade con la persona di fronte all’opera di Olaf Eliasson (fig. 086). Qui la testa diventa parte della complessa interazione con altre tre forme rotonde. Di fronte ad altre sculture, Zucchi fa sì che il cerchio dietro la persona crei un ingegnoso dialogo con il livido riflesso sul lucido pavimento, come nell’opera di Martin Puryear (fig. 053). A volte Zucchi non utilizza il profilo, ma fonde la testa nell’oggetto retrostante, come nella figura inginocchiata davanti alla sfera di Anish Kapoor (fig. 027).

Simili strategie vengono da lui usate in fotografie che implicano dipinti in cui predomina la forma circolare. Sotto molti aspetti, la figura di fronte al dipinto di Paul Reed (fig. 385) è una versione bidimensionale della fotografia sopra citata. Analogamente, Zucchi può inglobare una figura intiera in un grande cerchio, come nella foto con l’opera di Lee Bontecou (fig. 452). Diversi dipinti indirizzano Zucchi verso diverse strategie e soluzioni. In un caso, egli crea la simmetria su un’asse verticale fra due cerchi gialli della stessa dimensione, come nella testa bionda di un bambino con una felpa blu davanti al dipinto di Thomas Downing (fig. 082). Qui l’allineamento delle forme e l’accostamento dei colori si fondono in una delle sue immagini più riuscite. Egli usa la stessa impostazione, ma questa volta su un piano orizzontale, con la figura in bianco e nero davanti al quadro di Massimo Grimaldi (fig. 419).

Una folta massa di capelli può evocare in Zucchi una chiara affinità con forme caratteristiche di maestri dell’arte moderna. Egli riesce ad inserirne il profilo nel dipinto di Adolph Gottlieb (fig. 076). Le forme sono rinforzate dal nero uniforme della sagoma della testa in contrapposizione ai semplici, opachi colori della composizione di Gottlieb.